IL MORO DI VENEZIA

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Le barche che recano il nome “IL MORO DI VENEZIA” sono nove: tre con scafo bianco e fascia al galleggiamento verde, cinque che hanno gareggiato nel 1992 per la Coppa America e un maxi di 24 mt. costruito in materiali compositi in Australia ridenominato in seguito “IL MORO IX”. La storia delle imbarcazioni che recano questo glorioso nome risale al 1976 quando per volontà di Raul Gardini, con avallo del grande Serafino Ferruzzi, ebbe inizio la realizzazione del primo vero maxi italiano, IL MORO DI VENEZIA I (CARLINI) costruito in legno lamellare, lungo 20.41 mt. e armato sloop.

  • IL MORO DI VENEZIA I (CARLINI)
  • IL MORO DI VENEZIA II (COBAU)
  • IL MORO DI VENEZIA (AMERICA'S CUP)
  • http://www.morodivenezia.it/
  • https://en.wikipedia.org/wiki/Il_Moro_Challenge
  • Imbarcazioni da regata

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Raul Gardini e il sogno del Moro di Venezia, quella passione che portò la vela italiana ai massimi livelli

Raul Gardini e il sogno del Moro di Venezia

LA GARA Il 30 aprile 1992 quella barca a San Diego in California era entrata nella storia del più prestigioso, avventuroso e antico torneo della vela: l'America's Cup. Prima l'equipaggio del Moro aveva battuto i francesi e gli spagnoli, poi il Team New Zealand facendo proprio il trofeo Vuitton e guadagnandosi il diritto alla sfida finale contro USA23. Il sogno si fermò nelle acque di San Diego, ma non si spense. Gardini promise di riprovarci, c'era già in progettazione la nuova barca, ancora più sofisticata: a Tencara nei cantieri Enimont di Porto Marghera erano incominciati i lavori del Moro Due. Su quel palco davanti alla Madonna della Salute, dove basta allungare un braccio per arrivare al bacino di San Marco e dove il mondo della Serenissima sembrava finire e iniziare, Gardini fu per un giorno il padrone del mondo. Nella grande industria, quasi che fosse necessario un soprannome per essere popolari, lo chiamavano il Contadino per distinguerlo dall'Avvocato Agnelli e dall'Ingegnere De Benedetti, sulla rampa di lancio c'era già il Cavaliere, Silvio Berlusconi. Gardini raccontò come era nata quella barca che aveva quasi sconfitto l'America, cosa molto difficile. LA LEGGENDA Il re del the, Lipton, ci aveva provato senza riuscirsi quasi ininterrottamente dal 1903 al 1930 spendendo una fortuna solo per sentirsi dire che era testardo e coraggioso. Certo costava davvero tanto soltanto provarci. L'Italia non sapeva nemmeno cosa fosse quella coppa, che chiamano delle 100 Ghinee, fino all'estate del 1983 quando ci provò Azzurra. Dietro c'erano Gianni Agnelli e l'Aga Khan e al timone lo skipper Cino Ricci. Non mi piacciono le figuracce, rispose il signore della Fiat a chi gli aveva proposto l'avventura. Poi il senso della sfida prevalse, l'orgoglio lo spinse prima a cercare un partner altrettanto ricco e poi a spendere per varare la barca adatta, Azzurra. Fu una passione da 100 milioni di dollari. Aprì la strada. Quel giorno di festa a Venezia, Gardini raccontò che la sua voglia di vincere era nata nel settembre 1988 in un albergo di San Francisco dove si era incontrato col giovane Paul Cayard, forse il più grande timoniere in circolazione, Gabriele Rafanelli direttore amministrativo dell'operazione e German Frers il progettista. C'erano voluti cinque anni per costruire un Moro dietro l'altro, sempre più veloce, sempre più leggero. All'ultimo, quella della grande sfida, lavoravano 220 persone tra San Diego e Marghera-Compagnia della Vela, tra tecnici, progettisti, specialisti. Scafo, alberi, vele, materiali già testati in F1 dalla Ferrari e dalla McLaren; un cervello elettronico da montare a bordo. IL PALCOSCENICO Non bastava più affidarsi all'esperienza per calcolare il vento, bisogna decifrare in un attimo i segnali dei satelliti. Una gara contro il tempo per limare secondo su secondo con impiego di tecnologie sempre più sofisticate, per rendere una barca di 24 metri sempre più affidabile. Tutto diventava più grande, tutto entrava direttamente nel futuro. Quel Moro era un palcoscenico enorme, accontentava la voglia della sfida e anche l'ambizione dell'uomo e i suoi sogni. Le gare americane furono emozionanti e perfino sorprendenti, da casa anche quando le barche si fermavano perché l'aria era immobile si tifava come se gli scafi scivolassero sopra l'acqua come aliscafi. I lettori del Gazzettino avevano un cantore straordinario di quelle regate, era partito per San Diego come inviato Beppe Donazzan che poi avrebbe raccontato uomini e onde in un bel libro. Quel giorno a Venezia Gardini promise che era già tutto pronto per riprovarci e che questa volta il nuovo Moro avrebbe vinto. Erano già stati stanziati investimenti per 60 milioni di dollari. Disse che il mare per lui era la vita: Calmo, agitato. Non me ne accorgo. E' la realtà più indispensabile della mia vita. LA FINE Il nuovo Moro non è mai uscito in mare per una sfida. Deve essere da qualche parte abbandonato. Altre barche italiane, da Luna Rossa Prada, hanno tentato l'avventura della Coppa America, con meno successo del Moro. Un anno dopo quella festa in laguna, una mattina di fine luglio 1993, Raul Gardini chiuse i conti con le barche e la vita. Al piano alto di Palazzo Belgioioso nel centro di Milano si sentì un colpo di pistola, diverso da quelli dello starter per annunciare la partenza. Questo era come il suono di una campana. Gardini si portò via i ricordi, i sogni di gloria, e anche dicono i segreti che non voleva raccontare. Usciva di scena il Contadino che aveva dominato a lungo il mondo economico. FERRUZZI Aveva ereditato un impero non soltanto agricolo alla morte del suocero Serafino Ferruzzi, scomparso in un incidente aereo nel 1979. Si vantava, come un imperatore, che sul suo impero non tramontava mai il sole. Aveva tenute nelle Americhe più grandi di molte regioni italiane, sul Mississippi i suoi silos filtravano tutti i cereali degli Stati Uniti. Gardini provò a innovare quell'impero, a consolidarlo con l'esclusiva dello zucchero, poi dell'amido, poi della soia. Infine, s'invaghi dell'idea di costruire un colosso energetico italiano. Con l'Eni creò Enimont, voleva realizzare un grande gruppo chimico italiano. Fu il primo a parlare di ecosostenibilità, di chimica verde. Le compagnie petrolifere gli dichiararono guerra. Era un padre padrone, accentrava, osava, non rifiutava le sfide negli affari e sul mare. Andava ai ricevimenti dell'Eliseo invitato direttamente da Mitterrand. Nella sua casa veneziana di Ca' Dario sul Canal Grande riceveva Gorbaciov e Clinton. Solo Gianni Agnelli non volle mai mettere piede in quello che chiamano il palazzo maledetto. Certo ha commesso errori, forse i suoi pregi sono stati superiori agli sbagli. Forse come nella Coppa America ha speso tutto per una vittoria che poi non c'è stata. L'estate del 1993 era quella di Mani pulite. Gardini aveva saputo che qualche giorno prima in carcere a San Vittore si era tolto la vita il suo amico dell'Eni, Gabriele Cagliari, e si era convinto che subito dopo i magistrati avrebbero puntato su di lui. In quel dedalo di indagini decine di persone si tolsero la vita. Certo come ha detto il magistrato Davigo: Le conseguenze dei delitti ricadono su coloro che li commettono, non su coloro che li scoprono. La mattina che Gardini si sparò arrivarono a palazzo Belgioioso i magistrati con Di Pietro in testa. Il Contadino dell'industria non aveva mai incontrato prima il Contadino della toga. La folla fuori applaudiva. Anche quella era l'Italia. Ma l'uomo non sentiva più nessun rumore e il mare non era più la cosa indispensabile della vita.  

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CUENEWS Marine » News » Il moro di venezia: 30 anni dalla vittoria della Louis Vuitton Cup

Il moro di venezia: 30 anni dalla vittoria della Louis Vuitton Cup

Il moro di venezia è stato il primo sfidante italiano a vincere la louis vuitton cup. quest'anno ricorrono i 30 anni dall'avvenimento..

Il giorno 19 aprile del 1992, il Challenger of Record dell’edizione del 1992 dell’America’s Cup e della Louis Vuitton Cup fa la storia . Il Moro di Venezia è la prima barca italiana a vincere la Louis Vuitton Cup. Non è stato il primo sfidante Italiano a partecipare, infatti prima di esso ci furono due tornate di Azzurra, di Gianni Agnelli.

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Il Moro di Venezia

Il Moro di Venezia è stato figlio della mente del geniale Raoul Gardini. L’imbarcazione è una International America’s Cup Class, quindi un’imbarcazione da 25 metri, monoscafo . Queste imbarcazioni sono state l’evoluzione della classe 12 metri, con cui si era disputata l’America’s Cup fin dal 1958. Infatti, le competizione del 1992, la Louis Vuitton Cup, la Citizen Cup e la America’s Cup sono state le prime a utilizzare il progetto IACC, visto che la precedente classe era ormai considerata superata. Il Moro di Venezia faceva capo allo yacht club di venezia Compagnia della Vela. Il suo cantiere di costruzione è stato il veneziano Cantiere Tencara, che poi ha costruito negli anni 2000 anche un altro sfidante all’America’s Cup, il Mascalzone Latino.

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Il nome dello sfidante e della barca, Il Moro di Venezia, viene dalla tradizione Shakespeariana . Infatti, il moro di venezia è proprio Otello, protagonista dell’oonima opera. La fama dello sfidante all’america’s cup, è dovuta principalmente a due motivi. Il primo è sicuramente dovuto al suo primato: essere il primo sfidante italiano a vincere la Louis Vuitton Cup. La vittoria verrà ripetuta solo due volte, sempre da Luna Rossa, una nell’edizione del 2000 e l’altra nella recente edizione del 2021. L’altro motivo è sicuramente la guasconeria di Raoul Gardini come skipper. A lui si deve l’uscita dal porto di San Diego, dove si è disputata sia la Louis Vuitton Cup che l’America’s Cup, del Moro di Venezia con in sottofondo l’aria di Puccini Nessun Dorma della Turandot . La vittoria della Louis Vuitton cup nel 1992 non sembrava sicura dall’inizio, infatti Il Moro di Venezia arrivò solo terzo alla fine del Round Robin, ma battè Nippon Challenge e Defi Française nelle semifinali, per poi vincere anche contro New Zealand Challenge nelle finali.

Le imbarcazioni

Le imbarcazioni del moro di venezia, o Moro Challenge, sono state 5, rispettivamente, ITA 1, ITA 7, ITA 15, ITA 16 e ITA 25. Quella che effettivamente gareggiò nella Louis Vuitton Cup e nell’America’s Cup è stata ITA 25, o Il Moro di Venezia V. Questa barca, dopo aver gareggiato ha avuto una lunga carriera, anche se la sua fine non è stata delle migliori. È stata acquistata da Paul Cayard, ex skipper della stessa barca, per far da lepre alla sua imbarcazione AmercaOne. Dopo di questo, passa per diverse mani prima di finire in mano a Bill Koch, dove torna a gareggiare in alcune gare tra cui l’America’s Cup Jubilee Regatta, in cui sfidò la America3 con cui aveva disputato l’America’s Cup del 1992. Al momento è in stato di semi abbandono nella proprietà di Koch.

La ITA 25, o Il Moro di Venezia V è stata l’ultima imbarcazione a essere stata costruita, e infatti venne varata direttamente a San Diego poco prima dell’inizio della Louis Vuitton Cup, nel dicembre 1991. Le prove in mare sono avvenute tra il varo e il 24 gennaio del 1992, giorno in cui è stata scelta questa imbarcazione per disputare la gara. La barca aveva una lunghezza leggermente minore di 23 metri, con una larghezza di cinque metri e mezzo. Aveva una superficie velica totale di 326.6 metri quadri, a cui poteva aggiungersi lo spinnaker, aumentando di ulteriori 490 metri quadrati la superficie velica.

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Sono uno studente di ingegneria aeronautica al Politecnico di Milano. Appassionato di tutto il mondo marino sin da piccolo, dalle barche a vela di piccole dimensioni alle gigantesce petroliere.

FONTI VERIFICATE

  • ravenna e dintorni: Venticinque anni fa il moro di gardini faceva la storia

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Le barche che recano il nome “IL MORO DI VENEZIA” sono nove: tre
con scafo bianco e fascia al galleggiamento verde, cinque che hanno
gareggiato nel 1992 per la Coppa America e un maxi di 24 mt. costruito
in materiali compositi in Australia ridenominato in seguito “IL MORO IX”.
La storia delle imbarcazioni che recano questo glorioso nome risale al 1976 quando per volontà di Raul Gardini, con avallo del grande Serafino Ferruzzi, ebbe inizio la realizzazione del primo vero maxi italiano, costruito in legno lamellare, lungo 20.41 mt. e armato sloop.
Il 1983 vede il debutto del nuovissimo MORO DI VENEZIA II, disegnato ancora una volta dall’architetto argentino German Frers.

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La storia del Moro di Venezia

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L’11 Marzo 1990 la cerimonia per il varo del primo Il Moro di Venezia nel cuore della città lagunare . La sfida messa in piedi dall’industriale Raul Gardini, con il supporto del suo Gruppo Montedison, si mise in moto una macchina organizzativa che non lasciò niente al caso.

Vennero costruiti cinque yacht chiamati Il Moro di Venezia, una vera e propria armata che scese in campo con il solo obiettivo di portare la Coppa in Italia.

Paul Cayard venne nominato skipper, il progettista argentino German Frers, già firma di numerosi Maxi per Gardini, disegnò le barche, assistito dall’americano Robert Hopkins Jr (ex team Stars & Stripes durante la vittoriosa edizione di Freemantle del 1987). Il portoghese Fernando Sena divenne responsabile del nuovissimo cantiere Tencara, a Porto Marghera, mentre il francese Laurent Esquier, (già nel team del Barone Bich) fu nominato manager operativo.

La storia inizia nel 1990. L’undici marzo Il Moro di Venezia I è varato a Venezia. Il Moro II ITA-7, varato a Puerto Portals, Spagna, segue il 7 di agosto. Il 15 aprile 1991, Il Moro III ITA-15 è pronto per raggiungere la flotta a San Diego. Anche il Il Moro IV ITA-16 scende in acqua a San Diego il 15 giugno 1991. L’ultima barca della flotta si comincia a costruire nel luglio del 1991 e, una volta pronta, viene spedita via aereo a San Diego dove arriva il 16 dicembre 1991.

Il 24 gennaio 1992, Il Moro V viene ufficialmente selezionato per correre la Louis Vuitton Cup. Gli italiani finiscono terzi nel primo Round Robin, dietro New Zealand e i giapponesi. Il secondo Round Robin li vede secondi ma nel successivo, ritornano terzi. Ancora una volta sono i giapponesi di Nippon JPN-26 a vincere il primo posto, seguiti da New Zealand NZL-20. I francesi con Ville de Paris FRA-27, terminano quarti. Nelle semifinali NZL-20 and ITA-25 eliminano i giapponesi e i francesi.

Alla vigilia delle finali della Louis Vuitton Cup, Il Moro di Venezia, timonato da Paul Cayard, è secondo dietro New Zealand, con Rod Davis alla ruota. In trenta regate corse tra il 25 gennaio e il 9 aprile 1992, gli italiani vincono 21 volte. Le finali Louis Vuitton Cup 1992 furono spettacolari. New Zealand vinse la prima regata per 1 minuto e 32 secondi; gli italiani vinsero la seconda per un solo secondo!. Poi il team kiwi vinse tre gare di fila. Fu allora che Cayard, ad un solo punto dalla sconfitta, protestò l’equipaggio di NZL 20 per un uso scorretto del bompresso. Vinse la protesta e l’ultima vittoria kiwi fu annullata.

Il punteggio diventò quindi 3-1 a favore della Nuova Zelanda. Cayard protestò nuovamente l’uso improprio del bompresso a bordo della barca kiwi e questa volta la disputa vide il comitato Louis Vuitton Cup di opinione opposta a quello dell’America’s Cup. Per chiudere la questione, i kiwi decisero di abbandonare le manovre ritenute scorrette. Inoltre sostituirono Rod Davis con Russell Coutts, il quale aveva timonato NZL-20 (con la chiglia tandem) soltanto tre volte. Sconcentrati, i kiwi persero contro Il Moro di Venezia V che si aggiudicò la Louis Vuitton Cup 1992. Il team italiano si preparò ad affrontare Bill Koch e la sua barca Defender America3, nel Match fissato tra il 9 e il 16 maggio.

Fino ad oggi Il Moro di Venezia V è stata l’unica barca italiana ad aver vinto una regata nel Match di America’s Cup ed è una vittoria vale la pena di essere raccontata. Durante le seconda regata, le barche erano vicinissime e parallele a pochi metri dall’arrivo. Cayard ebbe allora un’idea geniale: allentò di colpo il tangone dello spinnaker in modo che la vela volasse oltre la prua, tagliando la linea di arrivo un soffio prima di America3. Ringalluzziti da quella vittoria, gli italiani sperarono di ribaltare ancora una volta il risultato a loro favore ma non ci riuscirono e America3 USA-23 difese l’America’s Cup per 4-1. Anche se “in America’s Cup non c’è secondo”, tutti ricordano perfettamente “Il Moro”, la barca rossa del 1992: che capolavoro!

IL MORO DI VENEZIA V – ITA-25 – 1992 Numero velico: ITA-25 Italia. Yacht club: Compagnia Della Vela Yacht Club, Venezia, Italia. Commodoro: Giulio Donatelli. Porto: Venezia, Italia.

Il Moro di Venezia V ITA-25 ha corso tutta la Louis Vuitton Cup 1992 (tre Round Robins, semi-finali e finali) ed ha partecipato al 28mo Match di America’s Cup contro il Defender di Bill Koch, America3, che ha vinto per 4-1 a San Diego, California, USA nel 1992.

Proprietà originale: Sindacato Il Moro di Venezia, guidato da Raul Gardini. Sindacato Il Moro di Venezia – Vice presidente: Italo Trapasso, Vice presidente Montedison (e coordinatore per il supporto tecnico della Montedison). General manager: Paul Pierre Cayard. Direttore amministrativo: Gabriele Rafanelli. Manager Operativo: Laurent Esquier.

Cantiere: Tencara a Porto Marghera, Venezia, Italia. Di proprietà di Montedison. Direttore e coordinatore per le operazioni del team: Fernando Sena (Portogallo).

Sartiame e albero: ACX (Tencara) e Chris Mitchell (AES/ Applied Engineering Services Limited, New Zealand) coordinatore associato e disegnatore del rig di tutti gli yacht chiamati Il Moro. Mitchell era anche responsabile della manutenzione, dello sviluppo e delle modifiche.

Ricerca scientifica e capo progettuale: German Frers (Argentina). Team progettuale e disegno: Giovanni Belgrano, Micky Costa, Nestor Fourcade, Debora Gallazzi, Claudio Maletto, Raffaele Marrazzi, Leopoldo Murcho, Francesco Ricci, Oliver Yates.

Ricerca tecnologica e coordinazione: Robert Hopkins Jr. (USA), in carica in particolare del VPP (Velocity Prediction Program). Gruppo tecnica e ricerca: Roberto Biscontini, Roberto Vergara, Walter Michelini, Mario Caponetto, Mark Downey, Lars Larson.

Prove in vasca: INSEAN, Roma. 20 modelli testati

Analisi di performance elettronica: Roberto Albertani, manager. Meteorologia: Roger Badham. Team: Enrico Benco, John Craig, Roberto De Bacco, Ray Marchetta, Francesco Monti, Roberto Pigni, Dale Winlow.

Programma vele: David Innocenti e Guido Cavazalli, manager. Progetto vele: Michael Richelsen. Team: Dave Allen, Remi Aubrun, Paolo Badiali, Stefano Bertuccelli, Stefano Butelli, Philippe Echivard, Paolo Favaro, Marco Giannoni, Joan Paige Lahman, Andrea Marengo, Claudio Marullo, Michele Merani, Nick Moloney, Maria Pelliccia, Craig Phillips, Marcello Silva. North Sails Italia.

Costruzione: iniziata a luglio – terminata dicembre 1991. Lo scafo è poi trasportato via aereo a San Diego. Varo: 16 dicembre 1991 a San Diego. Selezione sfidante per la Louis Vuitton Cup 1992: 24 gennaio 1992.

Skipper: Paul Pierre Cayard Tattico: Tommaso Chieffi Navigatore: Enrico Chieffi/Robert Hopkins Equipaggio: 16

Timoniere di riserva: John Kolius, Steve Erikson

Specifiche tecniche – Materiale scafo: sandwich (fibra di carbonio su un’anima in Nomex “a nido d’ape”, laminazione sotto pressione e ad alta temperatura, fino a 95C°) Colore scafo: rosso Bulbo: piombo

Dimensioni – L.O.A.: 22,90 m L.W.L.: 18,10 m Baglio: 5,50 m Pescaggio: 4 m Superficie velica: 326,6 m2 Spinnaker: 425 m2 Altezza albero: 32,50 m Dislocamento: 24,500 tonnellate. Rating: IACC rules.

Osservazioni –

1992 Ha partecipato ai primi Round Robin Louis Vuitton Cup dal 25 gennaio al 3 febbraio 1992 a Loma, San Diego. Ha regatato contro: Spirit of Australia AUS-21, New Zealand NZL-20, Nippon JPN 26, Espana ESP-22, Challenge Australia AUS-17, Tre Kronor SWE-19 e Ville de Paris FRA-27. Sette regate, 5 vittorie, finisce terza. Secondo Round Robin, dal 15 al 23 febbraio 1992. Sette regate, 6 vittorie, finisce seconda. Terzo Round Robin dall’8 al 19 marzo 1992. Sette regate, 5 vittorie, finisce terza. Selezionata per le semifinali Louis Vuitton Cup con Nippon, New Zealand e Ville de Paris. Semifinali dal 29 marzo al 9 aprile 1992. Nove regate, 5 vittorie. Ville de Paris e Nippon sono eliminate. Finali Louis Vuitton Cup 18-30 aprile, 1992. Nove regate, 5 vittorie (4 di fila). New Zealand eliminata.

America’s Cup: Il Moro di Venezia V ITA-25 è battuto da America3, 4 -1.

1997 30 maggio 1997: Il Moro V viene acquistato dal sindacato di Paul Cayard AmericaOne (Saint Francis Yacht Club). Ha fatto da barca lepre per AmericaOne USA-61 (2000 America’s Cup in Auckland). Utilizzata anche per sponsor e supporter.

2001 Il Moro di Venezia V viene venduto al team Seattle Challenge per l’edizione 2003 (ma il progetto avrà vita breve). Viene comprato da Bill Koch (già proprietario di America3) per tenere vicine le antiche rivali ma anche per mantenere un ricordo della sua amicizia con Raul Gardini. Lo stesso anno Il Moro viene restaurato e trasportato a Cowes per partecipare, con America3, al Jubilee per il 150mo anniversario dell’America’s Cup. Al termine, ha fatto ritorno negli USA e più precisamente a Portsmouth (RI).

2005 Agosto – novembre 2005: in mostra al Museum of Fine Arts de Boston (RI, USA) insieme con altri ‘tesori’ d’arte di Bill Koch; stessa cosa per America3.

Fonte : http://32nd.americascup.com

Le manifestazioni potrebbero subire cambiamenti, pertanto vi consigliamo di verificare l’evento contattando direttamente gli enti organizzatori. Veneziaeventi.com non è responsabile di eventuali modifiche delle date dei singoli eventi.

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Che fine hanno fatto i cinque Moro di Venezia rossi?

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  • 18 Gennaio 2017
  • Ultimo aggiornamento: 4 Gennaio 2018 13:33
  • 4 minuti di lettura

il moro di venezia yacht

A venticinque anni dalla storica campagna di Coppa America intrapresa da Raul Gardini Velaveneta.it vi porta alla ricerca dei cinque Mori di Venezia che sono stati costruiti dai cantieri Tencara di Marghera per prendere parte prima alla Louis Vuitton Cup e successivamente all’ America’s Cup di San Diego.

Il Moro di Venezia I a Vancouver

Il Moro di Venezia I (ITA-1)  Pensata ed ideata come una barca prova, è stata costruita dai cantieri Tencara e varata a Venezia l’11 marzo 1990 presso Punta della Salute con una sontuosa cerimonia. Trasportato a bordo di un pontone dotato di gru dai cantieri Tencara di Marghera, dove venne costruito, fino al centro della città di fronte la splendida Piazza San Marco, la storia imbarcazione voluta da Raul Gardini per prendere parte alla Coppa America ricevette il proprio battesimo con una sontuosa cerimonia, sotto la regia di Franco Zeffirelli con le musiche curate da Ennio Morricone. Ha navigato un paio d’anni come barca scuola e gareggiato al Campionato del Mondo di Classi Coppa America nel 1991, per poi diventare la piattaforma di sponsor per il sindacato. Nel 1994 è stata acquistata da una squadra russa con la quale ha regatato nel Campionato del Mondo IACC 1994, ma non è mai riuscito a prendere parte alla Louis Vuitton Cup 1995. Recuperata da una banca, è stata acquistata nel 1998 da un uomo d’affari di Chicago che ha installato un motore e ha navigato per un paio di anni a San Diego, prima che ancora una volta cadesse vittima delle banche. Tina Kleinjan e John Sweeney la acquistarono nel 2001, aggiungendola alla propria flotta di barche IACC a San Francisco. Venne completamente restaurata, riverniciata e le venne rifatto il sartiame, divenne così pronta per careggiare contro altre imbarcazioni IACC nella baia di San Francisco. È stata venduta per l’ultima volta nel 2006 ed è attualmente ormeggiata a Nord di Vancouver.

chioggia vela il moro di venezia velaveneta

Il Moro di Venezia II (ITA-7)  è stato varato  il 7 agosto 1990 è venne utilizzato come barca per allenamenti prima della Louis Vuitton Cup. Ritornò in Italia e restò ferma per molto tempo a Monfalcone, eccezion fatta per qualche passerella d’onore in alcune Barcolana dei primi anni 2000. La rinascita dell’imbarcazione la si deve ai nuovi armatori Serena Zanelli ed Enrico Prataiola, che grazie all’aiuto dello skipper Claudio Cararro gli stanno donando una seconda vita. Il Moro di Venezia ITA 7 partecipa infatti ai più prestigiosi ed importanti eventi velici dell’Alto Adriatico e permette a tanti appassionati di poter rivivere il sogno di quelle indimenticabili notti magiche.

il moro di venezia III prima di essere alato a Ravenna

Il Moro di Venezia III (ITA-15) è stato varato a San Diego il 15 aprile 1991, ha vinto il Campionato del Mondo IACC 1991, ed è stato usato come una barca di prova prima della Louis Vuitton Cup. In seguito, ha navigato per l’Accademia della vela a Genova, ed è stato acquistato da un altro team italiano, +39, nel luglio 2004, prime di essere acquisito dalla Direzione Coppa America per essere usato come una barca VIP / PR a Valencia, nell’edizione spagnola della Coppa America. Oggi il proprietario è l’autorità portuale di Ravenna,  l’imbarcazione è collocata su di un piazzale nei pressi della zona portuale, a pochi passi dal centro storico come il simbolo della sfida velistica al mondo di Gardini e della sua Ravenna.

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Il Moro di Venezia IV (ITA-16) – è stato varato il 15 giugno 1991 a San Diego è stata usata come una barca di prova, che mai gareggiò nella Louis Vuitton Cup. Acquistata da un team americano, PACT 95, è stata ribattezzata Spirito di Unum e ri-designato USA-16. Ha regatato nel Campionato del Mondo IACC 1994 ed è stata usata come una barca di prova per il 1995. Nel 2006, dopo essere stata coinvolta in un incidente è stata venduta a Tom Cahalane e spedita a Ventura, in California. Nel mese di ottobre 2009, è stata acquisita da Stephen Pattison & Mark Niblack, è tornata nella sua città natale a San Diego, dove è in fase di restauro e si unirà ad USA-11 come imbarcazione scuola.

il moro di venezia V

Il Moro di Venezia V (ITA-25) , è stato varato a San Diego il 24 gennaio 1992. L’ultima evoluzione dell’imbarcazione è anche quella che risulta più competitiva ed affidabile per cui al termine del periodo di prova sul campo di gara, il 24 gennaio 1992, viene ufficialmente prescelta per competere nella Louis Vuitton Cup. Sotto la guida di Paul Cayard, dopo essersi qualificato come terzo al termine del fase a round robin, Il Moro elimina in semifinale i francesi di Le Défi Français con FRA 27 Ville de Paris e i giapponesi di Nippon Challenge con JPN 26 Nippon. In finale sconfigge i neozelandesi di New Zealand Challenge NZL 20 New Zealand, aggiudicandosi la Louis Vuitton Cup e acquisendo il diritto a contendere la Coppa America all’imbarcazione statunitense America3 con USA 23, divenendo così la prima imbarcazione di un paese non anglofono a poter ambire alla coppa in 141 anni di storia del trofeo. Venne tuttavia sconfitta per 1-4. Nel 1997 è stata acquistata dal sindacato di Paul Cayard AmericaOne per essere usata come barca lepre. Venne poi comprato da Seattle Challange nel 2001 per poi cambiare di nuovo proprietario e arrivare a Bill Koch, il quale lo restaurò completamente. Il Moro tornò a gareggiare, ancora una volta contro USA-23 durante l’America’s Cup Jubilee Regatta a Cowes, Regno Unito. Il Moro si riunì di nuovo per l’ultima volta con il suo vecchio avversario USA-23 nel 2005, in esposizione davanti al Boston Museum of Fine Arts (MFA), in perpetua competizione e protrazione del mito.

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Ecco il “nuovo” Moro di Venezia (FOTO)

Le prime immagini dopo quattro mesi di refit appena portati a termine presso il cantiere Giangrasso

Il Moro di Venezia (3)

Il Moro di Venezia, una barca storica della vela italiana, è tornata al suo antico splendore ed è pronta per essere consegnata al suo armatore, un imprenditore italiano, che la avrà a disposizione fra pochissimi giorni.

La barca è stata sottoposta a un refit durato quattro mesi presso il cantiere Giangrasso di Viareggio, in località Cotone.

I lavori sono stati eseguiti da squadre formate da circa 10 addetti in media al giorno e hanno riguardato la totale riverniciatura, il rifacimento completo della sala macchine, compreso l’allineamento dei motori.

Anche il maestoso albero e i winch sono stati interamente revisionati, l’albero anche sabbiato.

Particolare attenzione è stata dedicata al nome, riportato allo splendore originale con sistema “a foglia d’oro”.

Lo scafo non è stato lucidato ma lavorato con vernice awl grip, mentre le parti di coperta sono state completamente rifatte e la carena trattata.

Comprensibile l’impazienza dell’armatore, che avrà a disposizione il “nuovo” Moro per la stagione estiva.

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IL MORO DI VENEZIA IX

IL MORO DI VENEZIA IX is a 24.35 m Sail Yacht, built in Australia by McConaghy Boats and delivered in 1988.

Her top speed is 10.0 kn and her cruising speed is 9.0 kn and her power comes from a Perkins Sabre diesel engine. She has a 6.1 m beam.

She was designed by German Frers , who also completed the naval architecture. German Frers has designed 156 yachts and created the naval architecture for 168 yachts for yachts above 24 metres.

IL MORO DI VENEZIA IX is one of 995 sailing yachts in the 24-30m size range.

Specifications

  • Name: IL MORO DI VENEZIA IX
  • Previous Names: WINDWARD PASSAGE II,PASSAGE TO VENICE
  • Yacht Type: Sail Yacht
  • Yacht Subtype: Racing Yacht
  • Builder: McConaghy Boats
  • Naval Architect: German Frers
  • Exterior Designer: German Frers
  • Refits: 1996

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Zaoli Classic

Our tradition

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Il Moro di Venezia I

Our work with the historical yacht Il Moro di Venezia I started in 1980 with the former owner Miramonti, and since then it has been going on for more than 35 years. Beppe Zaoli has often been on board, sharing with her current owner Massimiliano Ferruzzi some of the best emotions that this yacht can offer.

The design of Il Moro di Venezia I, a yacht built in 7-layered laminated timber on acacia laminated frames, dates back to 1975. She takes part in classic boat regattas in the Classic category. Launched in February 1976, the first-born of the Italian Maxi Yacht IOR class was sponsored by Raul Gardini, the former king of Italian chemical industry.

The subsequent yachts bearing this name have been milestones in the history of Italian sailing, racing in the America’s Cup. In 1977 she won the Channel Race in England, and the following year she crossed the Atlantic to take part in SORC races and to dominate the classic Miami-Nassau competition. She took part in the tragic 1979 Fastnet race and held the Barcolana record from 1987 to 2005. With Massimiliano Ferruzzi, she won the Panerai Classic Yachts Challenge in the Classic category in 2013, 2015 and 2016.

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TypeSloop Marconi
DesignerGerman Frers
builderCarlini (Rimini – Italia)
Anno1976
Length over spars20.41
Waterline length18.09
Beam5.80
Draft3.40
Sail area191.00
Displacement37.00

Contact Zaoli

Phone: +39 0184 481115 info: [email protected]

Opening hours from Tuesday to Friday, from 9.30 to 13.00, and from 14.00 to 18.00. Saturday: 9:30 to 14.00.

Visit our loft at “marina degli aregai”, santo stefano mare, (im) italy.

ZM DESIGN Srl, via Gianni Cozzi 1 – 18010 Santo Stefano al Mare VAT: 01449850088

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Giornale della Vela

Quella mitica Louis Vuitton Cup: 30 anni fa la vittoria del Moro di Venezia

  • Maggio 5, 2022
  • Nessun commento

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La Louis Vuitton Cup torna a Venezia a 30 anni dalla storica vittoria del Moro di Venezia su New Zealand, datata 30 aprile 1992 . La vela passava su Tele Monte Carlo, in telecronaca interveniva l’Avvocato Gianni Agnelli, e i ragazzi di Raul Gardini in acqua, guidati da Paul Cayard, facevano innamorare gli italiani della vela.

il moro di venezia yacht

A 30 anni da quell’impresa l’equipaggio del Moro tornerà a Venezia questo fine settimana per rivivere e celebrare la vittoria su Team New Zealand, che valse l’accesso alla finale dell’America’s Cup vera e propria. Lo farà alla Compagnia della Vela , il club che accompagnò il Moro nella sua sfida, sull’isola di San Giorgio Maggiore, dove arriverà l’equipaggio del 1992 e dove sarà presente anche la Louis Vuitton Cup vinta.

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Sabato alle 17 circa nel Bacino San Marco navigherà Il Moro di Venezia , il secondo prototipo costruito dai Cantieri Tencara per l’America’s Cup, accompagnato dal Maxi Ior Moro di Venezia II, altra barca storica appartenuta a Raul Gardini. Un appuntamento da non perdere per gli appassionati di vela e Coppa America. 

LA STORIA DEL MORO DI VENEZIA

Era un buon velista, il ravennate Raul Gardini: dalle prime piccole derive in gioventù era passato ai Finn, poi all’altura su barche progettate da Dick Carter: l’11 metri Blu Optimist, l’Orca43, di 13 metri e mezzo, con cui vinse il Campionato del Mediterraneo 1971, il 15 metri Naif in lamellare con cui prese parte all’Admiral’s Cup del 1973.

Poi l’incontro con Frers, all’epoca assistente dello studio Sparkman & Stephens, che seguì la progettazione del primo maxi in legno lamellare che avrebbe portato quel nome mitico, il Moro di Venezia: era il regalo di Serafino Ferruzzi, genero di Gardini, a lui e al cognato Arturo Ferruzzi per i loro risultati a livello imprenditoriale.

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Era il 1975. La grande saga del Moro era appena iniziata. Dopo la morte di Serafino Ferruzzi, per un incidente aereo, nel 1979, gli eredi affidarono a Gardini il futuro dell’azienda Montedison e il Comandante iniziò la sua ascesa. Intanto, nel 1983, un altro Maxi affiancava il gioiello di Frers, Il Moro di Venezia II.

Proprio nell’anno in cui l’Avvocato Agnelli aveva fatto il grande passo, promuovendo la prima sfida italiana di Coppa America, Azzurra, che giunse alle semifinali della Louis Vuitton e fece conoscere la vela nel nostro paese.

L’IDEA DELLA COPPA AMERICA CON IL MORO DI VENEZIA

Non possiamo sapere con precisione quando si accese il “lumino” nella testa di Gardini, ma sicuramente un momento chiave è il 1984, quando la figlia Eleonora, in vacanza a Porto Cervo, assiste alla Sardinia Cup e all’impresa di un giovane americano, Paul Cayard, che arrivato in fretta e furia per sostituire al timone Lorenzo Bortolotti su Nitissima, 50 piedi di Nello Mazzaferro, stravince la regata. Gardini volle conoscerlo per testarne il talento, l’occasione fu a Palma di Maiorca in regata sul Moro di Venezia II.

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Ottimo helmsman, starista di livello, ma soprattutto forte di un talento gestionale che spingerà Gardini a commissionargli anche il difficilissimo incarico di general manager dell’operazione. Ma il problema della nazionalità? Secondo il Deed of Gift, il regolamento della Coppa, la barca avrebbe dovuto timonarla un italiano.

Per Gardini nulla era impossibile: Cayard, dopo aver firmato un contratto da 200 milioni di lire l’anno (“guadagno come un giocatore medio di NBA, confessò all’equipaggio una volta”, racconta Max Procopio, grinder del Moro) prese la residenza a Milano. Adesso bisognava occuparsi delle barche e del team, dopo che nel novembre del 1988 la sfida, sottoscritta dalla Compagnia della Vela di Venezia, era stata consegnata a San Diego.

Per le prime, con un’operazione da cinquanta miliardi, venne fondato a Marghera, davanti ai capannoni Montedison il cantiere Tencara, in cui confluirono le aziende della holding capitanata da Gardini con il loro know-how. Un polo di eccellenza tecnologica, che avrebbe fatto capire agli americani e al mondo intero che l’Italia non era soltanto il paese di pizza, spaghetti e mandolino.

IL PRIMO VARO

Le selezioni dell’equipaggio furono dure: “La filosofia di Raul, riguardo all’equipaggio”, spiega Max Procopio, “era quella di creare un gruppo di persone solido, senza che ci fossero troppi ‘galli nel pollaio’. Le selezioni del team partirono a Venezia a bordo dei Maxi di Gardini nel 1989-90: Cayard si fece aiutare dai fratelli Chieffi. Era una vita dura, fatta di sacrifici: molti gettarono la spugna”. Intanto, con una cerimonia sontuosa nel cuore di Venezia, a marzo del 1990 venne varato il primo Moro di Venezia IACC e iniziarono i test.

L’entourage si spostò a giugno a Puerto Portals, a Palma di Maiorca, dove le condizioni meteo avrebbero dovuto rispecchiare meglio quelle di San Diego. Ad agosto arrivò anche Il Moro di Venezia II, mentre il 19 dicembre del 1990 la base operativa si spostò a San Diego. Dove ad aprile del ’91 arrivò anche Il Moro di Venezia III, fresco di varo, con cui il team vinse a maggio il Campionato del Mondo classe Coppa America.

il moro di venezia yacht

A giugno fu la volta del Moro IV, u tilizzato solo come barca prova, mentre a dicembre toccò l’acqua Il Moro V (ITA-25), la barca più competitiva con cui il sindacato di Gardini avrebbe preso parte alla Louis Vuitton Cup.

“Vivevamo in un clima di spionaggio costante a San Diego: gli elicotteri solcavano i cieli per fotografare dall’alto le barche degli avversari. Io ero anche addetto alla camera oscura perché mi dilettavo di fotografia, passavo le notti a sviluppare le foto di Carlo Borlenghi, ingaggiato come “spia” oltre che come fotografo”, ricorda Procopio.

E mentre Il Moro conquistava i Round Robin (le fasi eliminatorie della regata), si capì che lo spionaggio serviva. Soprattutto nella finale di Louis Vuitton contro Team New Zealand di Rod Davis e Michael Fay: Il Moro era sotto di 3-1 ma grazie alle foto di Borlenghi si riuscì a dimostrare che i neozelandesi stavano utilizzando il bompresso come punto di mura del gennaker, una soluzione non consentita dal regolamento.

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Il loro quarto punto venne annullato, i kiwi accusarono il colpo e i ragazzi di Gardini conquistarono la Louis Vuitton vincendo 5-3. Quella che andò in scena dal 9 al 16 maggio del 1992, probabilmente, è la parte più nota della storia. Da un lato Il Moro di Venezia V, che in patria aveva risvegliato la voglia di vela italiana, grazie anche alle dirette di Telemontecarlo e ai commenti di Cino Ricci. Dall’altro il miliardario Bill Koch e Buddy Melges, a bordo di quello squalo bianco chiamato America3.

Una barca più brutta del Moro, ma più veloce: “Siamo arrivati in finale carichi di speranza”, ricorda Dudi Coletti, all’epoca trimmer, “ma abbiamo visto fin da subito che non ci sarebbe stata storia: loro avevano più passo, la barca con aria leggera era più performante, anche perché il regolamento permetteva loro di cambiare le appendici a seconda del vento che avrebbero incontrato. Anche quando vincemmo l’unica prova, quella del momentaneo 1-1, lo facemmo a gomitate, per 3 secondi soltanto, grazie all’intuizione di Cayard di mollare lo spi e lasciarlo cadere in avanti all’arrivo”.

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Quattro a uno. Gardini aveva perso, ma riuscì, da grande comunicatore, a tramutare la sconfitta in vittoria. In Italia, al rientro, organizzò una festa a Ravenna, poi a Venezia, dove l’equipaggio, a bordo dei Maxi di Gardini, venne osannato dalla città intera. Era nato il mito del Moro di Venezia. Sopravvive ancora oggi.

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Il Moro Di Venezia IX

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IL MORO DI VENEZIA IX yacht NOT for charter*

24.35m  /  79'11 | mcconaghy | 1988 / 1996.

  • Previous Yacht

The 24.35m/79'11" motor yacht 'Il Moro Di Venezia IX' was built by McConaghy . She was last refitted in 1996.

Guest Accommodation

She is also capable of carrying up to 12 crew onboard to ensure a relaxed luxury yacht experience.

Range & Performance

Il Moro Di Venezia IX is built with a GRP hull and GRP superstructure, with gpr decks. Il Moro Di Venezia IX comfortably cruises at 9 knots, reaches a maximum speed of 10 knots. Her low draft of makes her primed for accessing shallow areas and cruising close to the shorelines.

Length 24.35m / 79'11
Beam 6.1m / 20'
Draft 3.96m / 13'
Cruising Speed 9 Knots
Built | (Refitted)
Builder McConaghy
Model Custom

*Charter Il Moro Di Venezia IX Motor Yacht

Motor yacht Il Moro Di Venezia IX is currently not believed to be available for private Charter. To view similar yachts for charter , or contact your Yacht Charter Broker for information about renting a luxury charter yacht.

Il Moro Di Venezia IX Yacht Owner, Captain or marketing company

'Yacht Charter Fleet' is a free information service, if your yacht is available for charter please contact us with details and photos and we will update our records.

NOTE to U.S. Customs & Border Protection

Specification

M/Y Il Moro Di Venezia IX

Length 24.35m / 79'11
Builder
Built | Refit 1988 | 1996
Model Custom
Beam 6.1m / 20'
Draft 3.96m / 13'
Cruising Speed 9 Knots
Top Speed 10 Knots

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IL MORO DI VENEZIA IV

America’s Cup Class Yacht. Progetto del Design Team IMDV. Costruito in Italia a Tencara in preimpregnati di Carbonio e anime di Nomex.

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IMAGES

  1. Il Moro Di Venezia I

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  2. Il Moro Di Venezia I

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  3. Il Moro Di Venezia

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  4. Il moro di venezia ii Banque de photographies et d’images à haute

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  5. Il Moro Di Venezia I

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  6. 45 Il Moro Di Venezia Stock Photos, High-Res Pictures, and Images

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VIDEO

  1. La barca a idrogeno a Venezia

COMMENTS

  1. Il Moro di Venezia

    Il Moro di Venezia è stata l'imbarcazione italiana sfidante per l'edizione del 1992 della Coppa America.

  2. Moro di Venezia I, la barca che diede il via alla dinastia

    Il Moro di Venezia I è il capostipite della classe italiana di Maxi Yacht IOR. Nel 1977 ha vinto in Inghilterra la Channel Race e l'anno successivo ha attraversato l'Atlantico per partecipare alle regate del SORC e dominare la classica Miami-Nassau.

  3. Il Moro Di Venezia I (Carlini)

    Un "capolavoro" il primo Moro di Venezia, una barca lunga quasi 20 metri e mezzo: bella e veloce. È sempre di legno ed è sempre Carlini a costruirla, ma questa volta il progetto è di German Frers, all'epoca giovane progettista di grandi speranze che aveva fatto gavetta nel leggendario studio Sparkman & Stephens di New York. A Palma di ...

  4. Il Moro Di Venezia

    IL MORO DI VENEZIA. Le barche che recano il nome "IL MORO DI VENEZIA" sono nove: tre con scafo bianco e fascia al galleggiamento verde, cinque che hanno gareggiato nel 1992 per la Coppa America e un maxi di 24 mt. costruito in materiali compositi in Australia ridenominato in seguito "IL MORO IX".

  5. Raul Gardini e il sogno del Moro di Venezia, quella ...

    Trent'anni fa c'erano tutti a Venezia col Moro a festeggiare la prima barca italiana che nella storia aveva vinto la Louis Vuitton Cup, la sola di un paese non anglofono che in un secolo e...

  6. Storia

    Il Moro di Venezia è il nome dell' imbarcazione di classe International America's Cup costruita per la Louis Vuitton Cup del 1992 e che partecipò lo stesso anno alla Coppa America, ed è diventato un mito che ancora oggi rimane intatto.

  7. Il moro di venezia: 30 anni dalla vittoria della Louis Vuitton Cup

    Il Moro di Venezia faceva capo allo yacht club di venezia Compagnia della Vela. Il suo cantiere di costruzione è stato il veneziano Cantiere Tencara, che poi ha costruito negli anni 2000 anche un altro sfidante all'America's Cup, il Mascalzone Latino.

  8. Moro di Venezia I I

    Moro di Venezia I I. Le barche che recano il nome "IL MORO DI VENEZIA" sono nove: tre. con scafo bianco e fascia al galleggiamento verde, cinque che hanno. gareggiato nel 1992 per la Coppa America e un maxi di 24 mt. costruito. in materiali compositi in Australia ridenominato in seguito "IL MORO IX".

  9. Il Moro di Venezia: la barca più amata dagli italiani

    Il Moro di Venezia, a 25 anni dalla storica vittoria della Louis Vuitton Cup di San Diego e dalla finalissima di Coppa contro America3, è la barca che vi suscita le emozioni più grandi. E che avete eletto come "più mitica di tutte" nel sondaggio che vi abbiamo proposto sul nostro sito.

  10. La storia del Moro di Venezia

    Vennero costruiti cinque yacht chiamati Il Moro di Venezia, una vera e propria armata che scese in campo con il solo obiettivo di portare la Coppa in Italia.

  11. Che fine hanno fatto i cinque Moro di Venezia rossi?

    Il Moro di Venezia II (ITA-7) è stato varato il 7 agosto 1990 è venne utilizzato come barca per allenamenti prima della Louis Vuitton Cup. Ritornò in Italia e restò ferma per molto tempo a Monfalcone, eccezion fatta per qualche passerella d'onore in alcune Barcolana dei primi anni 2000.

  12. Ecco il "nuovo" Moro di Venezia (FOTO)

    Il Moro di Venezia, una barca storica della vela italiana, è tornata al suo antico splendore ed è pronta per essere consegnata al suo armatore, un imprenditore italiano, che la avrà a disposizione fra pochissimi giorni.

  13. IL MORO DI VENEZIA IX yacht (McConaghy Boats, 24.35m, 1988)

    IL MORO DI VENEZIA IX is a 24.35 m Sail Yacht, built in Australia by McConaghy Boats and delivered in 1988. Her top speed is 10.0 kn and her cruising speed is 9.0 kn and her power comes from a Perkins Sabre diesel engine. She has a 6.1 m beam.

  14. Il Moro di Venezia I

    The design of Il Moro di Venezia I, a yacht built in 7-layered laminated timber on acacia laminated frames, dates back to 1975. She takes part in classic boat regattas in the Classic category. Launched in February 1976, the first-born of the Italian Maxi Yacht IOR class was sponsored by Raul Gardini, the former king of Italian chemical industry.

  15. Il Moro di Venezia IX Yacht

    Il Moro di Venezia IX is a sailing yacht with an overall length of m. The yacht's builder is McConaghy Boats from Australia, who launched Il Moro di Venezia IX in 1988. The superyacht has a beam of m, a draught of m and a volume of . GT.Il Moro di Venezia IX features exterior design by German Frers. Il Moro di Venezia IX has a GRP hull and a ...

  16. MORO DI VENEZIA Yacht

    MORO DI VENEZIA is a 24m luxury sail super yacht built by Tencara. View similar yachts for Charter around the world.

  17. Quella mitica Louis Vuitton Cup: 30 anni fa la vittoria del Moro di Venezia

    Sabato alle 17 circa nel Bacino San Marco navigherà Il Moro di Venezia, il secondo prototipo costruito dai Cantieri Tencara per l'America's Cup, accompagnato dal Maxi Ior Moro di Venezia II, altra barca storica appartenuta a Raul Gardini.

  18. Il Moro Challenge

    ITA-1. Il Moro di Venezia I in North Vancouver, 2013. Il Moro di Venezia I (ITA-1) sailed as a trial boat for two years and competed in the 1991 IACC World Championships, later becoming the sponsor platform for the syndicate.

  19. Systematic Series of the IACC yacht Il Moro di Venezia: Heel and Yaw

    "Il Moro di Venezia" was the challenger for the XXVIII edition of the America's Cup in San Diego, 1992, and it has become the first non-English European challenger in the history of the cup.

  20. IL MORO DI VENEZIA IX Yacht

    IL MORO DI VENEZIA IX is a 24m luxury motor super yacht built by McConaghy. View similar yachts for Charter around the world.

  21. Trimarine

    America's Cup Class Yacht.Progetto del Design Team IMDV. ... IL MORO DI VENEZIA IV. Anno: 1991. America's Cup Class Yacht. ... Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca il seguente link troverai la nostra informativa estesa sui cookie e ad una spiegazione su come disabilitare i cookie sui maggiori browser.

  22. Il Moro di Venezia, indossa il mito

    Abbigliamento nautico per veri lupi di mare. Il Moro di Venezia unisce lo stile inconfondibile del made in Italy al mito dell'America's Cup, al desiderio di libertà e di avventura. Scoprite il nostro outfit, ricercato, elegante e al contempo comodo e sportivo,